Inquadramento e generalità
Il sottoprogetto prevede la riqualificazione boschiva di un’ampia area che arriva a ridosso delle Mura (zona 4, in verde nella Tavola 1b), a margine e in continuità con il Bosco di Busseto, di proprietà comunale (zona 6 con tratteggio nella Tavola 1a), unico bosco maturo di buona qualità ambientale situato all’interno del perimetro urbano.
Un bosco ha 4 funzioni: produttiva, vitale, protettiva, estetico-ricreativa. Prescindendo dalla prima (qui non di interesse), le altre hanno tanto più valore quanto il bosco è vicino alla città. Quelle vitale e protettiva agiscono sia in ambito ristretto che alla scala urbana. Ad esempio, la funzione di “polmone inverso” che un bosco ha grazie alla fotosintesi è a scala urbana: oltre all’assorbimento dell’anidride carbonica (obiettivo carbon neutrality), c’è l’emissione di ossigeno che, grazie alla conformazione cittadina, arriva nel costruito storico tramite le correnti di risalita lungo le valli. Il bosco favorisce la biodiversità mantenendo buone funzioni ecosistemiche e aumentando il pregio dell’ambiente urbano. La funzione protettiva ha effetti di piccola scala (ad esempio, le piante di alto fusto rallentando gli afflussi meteorici da monte mitigano l’irruenza delle alluvioni a valle), ma anche locali: le radici trattengono il terreno e diminuiscono il dissesto, l’intera pianta agisce da “barriera” in contiguità con le strade, proteggendo le coltivazioni ortofrutticole di valle dal particolato.
Obiettivi
Con questo sottoprogetto si intende analizzare la fattibilità tecnico-economica della riqualificazione delle aree boschive del Parco. Lo si fa prendendo a modello l’area boschiva urbana più significativa della città, che fa parte della Valle “pilota”. Si creeranno le condizioni per portare il bosco di Busseto dall’attuale estensione di circa 1 ettaro, a circa 3 ettari, sfruttando il fatto che le aree di pendio limitrofe (zona 6 con retinato nella Tavola 1a) sono da questo anno sotto la cura dell’associazione capofila del partenariato, con un accordo che le vincola all’implementazione del Patto di collaborazione.
Obiettivo peculiare di questo sottoprogetto è aumentare l’assorbimento dell’anidride carbonica in zona urbana, triplicando l’estensione del bosco e mitigando il dissesto idro-geomorfologico. Si intendono attivare pratiche che agevolino l’ambiente a ritrovare un equilibrio naturale, rotto negli anni ’50 da pratiche agricole di pendio, con terrazzamenti in quel momento opportuni, ma che poi furono abbandonati un paio di decenni dopo, insieme alla maggior parte delle pratiche agricole di valle, innescando così il dissesto.
La rinaturalizzazione mira ad un incremento delle prestazioni ambientali, in particolare al buon funzionamento dei servizi ecosistemici connessi alla qualità dell’aria e delle acque. Con l’ampliamento, il bosco di Busseto va ad estendersi fin lungo un tratto parallelo a via Peruzzi, agendo da “filtro” sia per le emissioni gassose che per il particolato dilavato dalla strada quando piove.
La rinaturalizzazione segna un’inversione culturale nella logica di consumo del suolo, da molti prospettata e oggi agevolata da recenti leggi regionali, ma finora poco o per nulla praticata, sebbene sia importante anche per un più deciso e realistico approccio alla carbon neutrality.
Il Parco delle Mura intende essere addirittura carbon negative, e quindi non si intende escludere alcuna buona pratica applicabile nel suo contesto. In questa logica anche il concetto di “Parco” diviene innovativo: non un Parco cittadino per bimbi, nonni e badanti, ma decisamente diverso, innovativo, vivo, multifunzionale. Un “laboratorio della sostenibilità”, e quindi luogo dove praticarla e verificarla quotidianamente, dove valutare livello e buon funzionamento dei servizi ecosistemici, per capirli e incrementarne progressivamente le capacità.
In un tale contesto l’ampliamento del bosco di Busseto ha una sua precisa connotazione di innovatività, alla stregua dei progetti “sinergici” per orti e frutteti, dell’ottimizzazione della produzione energetica da fonti rinnovabili, delle tecniche per il risparmio idrico, e di tutte le altre buone pratiche che si intendono attivare nella vallata sottostante (sottoprogetto 8).
Per garantire il raggiungimento di tutti gli obiettivi con i vari Istituti di Istruzione Superiore, offrono un contributo al tutoraggio tecnici e docenti dell’Università di Siena esperti nei settori botanico/biologico, ecodinamica, idrogeomorfologia, etc., già attivati nell’ambito del Parco delle Mura con il progetto SienaInDivenire. Ogni gruppo disciplinare guiderà gli studenti in un’escursione di due/tre ore sui luoghi interessati dal progetto di alternanza e fornirà “linee guida” per l’azione a loro e alle Associazioni di volontariato.
Analisi dei bisogni
I pendii che si trovano in continuità con il bosco maturo sono invece colonizzati da specie ruderali e invasive/aliene che si adattano meglio a crescere in questi ambienti instabili rispetto alla vegetazione di pregio composta prevalentemente da vari tipi di quercia (roverelle, cerri, farnie). Specie arbustive sempreverdi (leccio, molto presente al limite dei crinali) sembrano essere le essenze più adatte per mirate e limitate piantumazioni, volte a bloccare il dissesto e impedire la ricrescita delle ruderali, favorendo parallelamente un nuovo sviluppo della succitata vegetazione autoctona. Si intende quindi triplicare l’estensione della zona “matura” del bosco di Busseto, combattendo infestanti e vegetazione aliena nei restanti 2/3, piantando specie autoctone e ricreando gli opportuni spazi ecologici per lo sviluppo delle poche essenze rimaste in vita.
Per gli aspetti sociali/ricreativi la rigenerazione boschiva va incontro soprattutto ai bisogni dei residenti del quartiere Busseto, Villino, Cozzarelli, Vivaldi (come espressi in un loro progetto preliminare, già integrato in Rigenerar_SI; vedi Progetto Parco Busseto), ma è certamente funzionale anche ai fini salutistico/sportivi della greenway, andandosi a creare un formidabile polmone verde per l’ossigenazione di questo primo tratto radiale di accesso “dolce” alla città. Nel progetto dei residenti si prevedeva infatti che la greenway fungesse in questo tratto anche da “limite/divisorio” fra la parte boschiva (oggetto di questo Volver_2018) e quella agricola (oggetto di Volver_2017), correndo lungo la base del pendio (già boscato o da rigenerare) che degrada nella piana alluvionale del fosso Ravacciano.
Come il resto delle Valli verdi, anche i pendii del Bosco di Busseto nascondono emergenze storico-architettoniche, sebbene in questo caso non siano medievali ma catalogabili come “archeologia industriale”, poiché rappresentate da infrastrutture (in disuso) di supporto all’adduzione dell’anello est dello storico acquedotto del Vivo. Anch’esse vengono valorizzate dal progetto di quartiere, recentemente divenuto per questa specifica area una parte integrante di Rigenerar_SI. Sarebbe utile adesso che anche i residenti di questo quartiere si organizzassero in una qualche forma (Comitato di quartiere ?), per poi entrar a far parte del partenariato.
Al momento non hanno accesso ad aree verdi, e chiedono quindi la riapertura dell’attuale ingresso del Bosco, lo stesso che il partenariato aveva già proposto come importante accesso per tutto il Parco. Sono presenti vecchi magazzini per i quali si cercherà un accordo con il Comune (nel confronto previsto all’interno del Patto di collaborazione) per la loro trasformazione in deposito delle attrezzature per la manutenzione del Parco, anche come punto informativo e operativo, condiviso dalle varie Associazioni impegnate nel progetto di riqualificazione.
Attività e risultati previsti
Riqualificare un’area degradata è esperienza non molto comune, ma presto lo dovrà divenire, viste le nuove leggi regionali e statali su riduzione del consumo di suolo e suo recupero.
Il progetto intende estendere il Bosco di Busseto, con la riqualificazione dei pendi limitrofi che permettono di triplicarne l’attuale dimensione, con risultati generali e particolari quali:
– contributo alla carbon neutrality;
– miglioramento dei servizi ecosistemici;
– blocco del dissesto idrogeologico;
– creazione di un “Sentiero natura” e, a margine del bosco, di aree ricreativo/salutistiche.
Le attività saranno svolte con il supporto di studiosi botanici dell’Università di Siena (Dipartimento di Scienze della Vita – Orto botanico), che in particolare daranno il loro ausilio in fase progettuale e per il tutoraggio iniziale. Altri studiosi (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente – Gruppo Ecodynamics) daranno il loro ausilio per il calcolo dell’abbattimento delle emissioni climalteranti.
Beneficiari e fruitori
Le funzioni ecosistemiche sono a beneficio dell’intera cittadinanza, che è la “consumatrice” di tali servizi e prodotti.
Delle funzioni estetico-ricreative-salutistiche, beneficerà di più chi praticherà la zona, peraltro aperta a tutti. Gli utenti abituali della greenway (in transito dal centro storico alla zona commerciale) e i residenti dei quartieri della valle ne potranno godere maggiormente. Vedranno aumentare la qualità dell’ambiente circostante, espressione dei loro desiderata di progetto. I cicloturisti, usufruendo di questo primo accesso vallivo alla città, costeggeranno il bosco per poi veder improvvisamente apparire la skyline del centro, con grande suggestione (N.B.: per agevolare lo sviluppo della greenway, il partenariato propone che parte dei percorsi ciclopedonali vengano fatti passare da questo lato della valle).
Ambito e ruolo degli IIS
Collabora al sottoprogetto l’Istituto MonnAgnese (Istituto Tecnico Biologico) con “Rigenerar_SI – Dai il tuo contributo alla carbon neutrality di Siena, crea con noi un nuovo bosco urbano”. WWF e Legambiente condividono la propria esperienza sulla riqualificazione boschiva del Parco con gli studenti, nell’ambito del bando Volver 2018.
Fra gli Istituti di Istruzione Superiore, il Tecnico Biologico è apparso il più idoneo ad essere interessato dalla tematica in oggetto. Il soggetto del partenariato Rigenerar_SI che si è candidato come responsabile di questo sottoprogetto è il WWF, associazione particolarmente attiva e capace per obiettivi di rinaturalizzazione. WWF e Istituto Tecnico Biologico/Ambientale si incontrano così per la seconda volta, dopo la partecipazione della classe 4B (biotecnologico a indirizzo ambientale) al concorso nazionale “Urban nature” promosso a livello nazionale dall’associazione ambientalista. Partecipa come partner Legambiente (associazione capofila del partenariato Rigenerar_SI), che ha preso recentemente in cura l’area della “zona pilota” interessata dal sottoprogetto, e quindi anche come garante per accesso e utilizzo delle aree. La Fondazione Monte dei Paschi agevola il progetto nell’ambito di Volver 2018.
Verranno trattate tematiche utili ad un moderno ritorno alla funzione originaria di terreni abbandonati e alla rinaturalizzazione di ambienti degradati, nella logica di una inversione culturale sull’uso/consumo di suolo, a favore della riattivazione di servizi ecosistemici. In particolare: recupero della vegetazione autoctona e sua salvaguardia dall’assalto delle infestanti; piantumazione; salvaguardia dal dissesto idrogeologico.
Gli studenti verranno guidati al riconoscimento e mappatura delle essenze vegetali, ne comprenderanno le diverse potenzialità per la carbon neutrality, per il miglioramento dei servizi ecosistemici e la lotta al dissesto idrogeologico. Si prenderanno cura delle essenze salvate dalle infestanti. Impareranno a leggere il territorio e progetteranno la sentieristica interna al bosco. Potranno contribuire al recupero ambientale del resto della valle, partecipando alle campagne di volontariato. Apprenderanno così l’importanza della cura dei beni comuni, anche entrando in contatto con i pari età dell’Istituto Tecnico Agrario e del Liceo Artistico che già stanno facendo la loro esperienza di alternanza nella zona pilota del Parco delle Mura: ogni scuola su tematiche attinenti alle proprie discipline. Insieme a loro impareranno, e insegneranno alla cittadinanza, come dare vero senso a parole spesso abusate, quali la sostenibilità, praticandola, e la resilienza, costruendola.
Obiettivo particolare è stimolare la loro capacità di sintesi, necessaria a verificare la sostenibilità delle azioni tramite l’utilizzo di dati e informazioni provenienti da discipline diverse.
Stato attuale del sottoprogetto
Il progetto di riqualificazione sta andando ben oltre lo stadio progettuale di fattibilità tecnico-economica: si stanno già creando le condizioni per una prossima riapertura di tutta la zona boschiva. Su questo sottoprogetto il volontariato riesce ad essere più fattivo, perché ci sono meno vincoli burocratici. Sono già state effettuate le prime attività: riapertura dei sentieri “storici”, campionamento e riconoscimento delle specie vegetali, inizio del contenimento delle infestanti, una prima azione di piantumazione di 33 alberelli. In primavera verranno creati gli spazi ecologici necessari alla sopravvivenza delle piante autoctone e verranno effettuate le ultime piantumazioni necessarie. I ragazzi della Monnagnese, insieme ai tecnici dell’Orto botanico e del WWF, hanno progettato il “Sentiero natura Bosco di Busseto”, valorizzazione dell’insieme dei sentieri riaperti, ed è in corso la predisposizione di bacheche, leggi, cartellini botanici che verranno distribuiti lungo i percorsi non appena l’Amministrazione comunale confermerà l’intento di una riapertura al pubblico.
Il sottoprogetto si concluderà formalmente nel Maggio 2021 con la scadenza di Volver 2018, ma anche in questo caso la collaborazione fra le parti intende proseguire.