Inquadramento e generalità
Questo sottoprogetto ha valenza di “analisi pilota” per l’intero progetto di Parco delle Mura. Prevede infatti specifiche attività su campo per valutare la fattibilità tecnico/economica di varie forme di rigenerazione agricola in un’ampia area abbandonata da decenni che arriva a ridosso delle Mura (zona 3, in marrone nella Tavola 1b), a margine e in continuità con zone dove la tessitura agricola è già più leggibile (zona 5 con tratteggio nella Tavola 1a), situazione che trova analogie in tutte le altre valli .
Obiettivi
La matrice del Parco è agricola ed è dal suo ripristino (essenzialmente ortofrutticolo) che bisogna ripartire, con un progetto che consideri i servizi attivati per le altre funzioni (sociali, sportive, culturali, educative, turistiche, ecosistemiche, etc) come occasione di integrazione al reddito per la piccola impresa agricola.
Quindi l’obiettivo primario è la rigenerazione ambientale e agricola, perché lo stato dei terreni e della vegetazione è fatiscente a causa dell’abbandono e delle infestanti, ma il valore del contesto sembra permettere di andare oltre, e rendere possibile sfruttare la multifunzionalità del Parco per un’opportuna integrazione al reddito di nuove piccole imprese agricole che potranno sorgere nel suo ambito.
Rimanendo più nello specifico delle tematiche agricole, per l’avvio delle future attività ci si adopererà anche per ricevere finanziamenti dal progetto regionale 100’000 Orti Urbani.
Analisi dei bisogni
Negli ultimi anni c’è una forte richiesta di cibo sano che porta a favorire il biologico, nonché la ricerca della sostenibilità che porta a favorire il km0. C’è infine una (spesso motivata) diffidenza, che porta a voler conoscere direttamente produttore e luoghi di produzione. Insomma, si va verso la richiesta di una sorta di “metro0”, con acquisto (e quando possibile anche consumo) diretto. Un sentito obiettivo è rifornire le mense cittadine secondo questa logica, poiché al momento il biologico che in esse si consuma proviene da altre regioni.
L’agricoltura è poi presidio ambientale. Mitiga il dissesto e riduce le problematiche connesse al transito incontrollato di animali selvatici (che oramai arrivano fin sotto le Mura), costringendoli nei giusti ambiti. In città ci sono poi diffuse richieste di agricoltura sociale, da sempre formula vincente per il contatto e l’integrazione del disagio.
L’ortofrutticolo potrebbe costituire un nuovo prodotto senese, tipico del capoluogo; opportunità da prendere in forte considerazione, poiché questa era la produzione dei terreni del “buongoverno”.
Sono però anche decoro, paesaggio e gestione dei beni comuni che richiedono una riqualificazione agricola delle aree oramai abbandonate da decenni: il ripristino dell’uso agricolo è in grado di attivare molte altre funzioni (il Parco “multifunzionale”).
Attività e risultati previsti
Nello specifico sottoprogetto verranno svolte attività propedeutiche ad un moderno ritorno alla funzione originaria di terreni abbandonati da decenni, che mirano alla (ri)attivazione di servizi ecosistemici diretti e derivati: ripristino dei flussi idrici; recupero di cultivar “autoctone” e loro salvaguardia dall’assalto delle infestanti; produzione e recupero di energia e materia, etc.
La rigenerazione agricola è senza dubbio anticiclica e in grado di aumentare la resilienza cittadina. Superfluo scrivere dell’evidente sostenibilità ambientale e sociale, peraltro già accennata. Rimane quindi da analizzare attentamente l’aspetto economico. Il progetto di rigenerazione agricola non ha certo intenzione di caratterizzarsi come semplice “ritorno alla terra”. I partner di Rigenerar_SI sono consapevoli dell’insostenibilità economica di un tale riduttivo approccio, in terreni morfologicamente complessi e con proprietà sempre molto frazionate. Ha quindi analizzato vari scenari di possibile integrazione al reddito, concludendo che il contesto è così ricco di opportunità da poter proporre fin d’ora una collaborazione pluriennale all’Istituto Agrario per una futura implementazione del progetto anche in altre valli del Parco. A garanzia della futura sostenibilità economica esistono elementi integrativi alla funzione agricola. Il progetto di Parco ha le caratteristiche per creare lavoro stabile, integrando il reddito agricolo con servizi alla cittadinanza e agli ospiti, diversi dalla solita e sola accoglienza ricettiva (l’esistente peraltro ne riceverà ulteriore impulso). La valorizzazione di emergenze storico-architettoniche e paesaggistiche, oggi disperse e irraggiungibili, può rendere remunerativo sfruttare il transito, liberando la fantasia alla fornitura di servizi complementari da dislocare lungo la greenway (il sistema di ciclopedonali), asse portante del progetto. Per questa Valle “pilota” ne sono stati pensati molti, legati ad una valorizzazione in varie forme del prodotto primario, al cicloturismo, al sociale, allo sport, alla prevenzione del dissesto idrogeologico, etc; attività integrative in massima parte già agevolate dall’ordinamento regionale.
Il ripristino dei terreni ad uso ortofrutticolo prevede anche un tentativo di “salvare” essenze locali “perse nel tempo”, non solo a fini di ricerca.
Beneficiari e fruitori
Le nuove APS, le mense comunali e universitarie, la ristorazione cittadina e i neo-coltivatori sono i beneficiari diretti della riqualificazione agricola, ma anche gli ospiti e tutta la cittadinanza potranno fruire dei servizi derivati dalla riapertura delle valli, a margine delle aree coltivabili (sportivi, turistici, di semplice transito dolce, etc).
Ambito e ruolo degli IIS
Collabora al sottoprogetto l’Istituto B. Ricasoli (Istituto Tecnico Agrario) con “Rigenerar_SI – Dai spazio al tuo futuro, partecipa alla rigenerazione delle Valli verdi senesi”. Legambiente, capofila del Partenariato, condivide le proprie esperienze di rigenerazione agricola del Parco con gli studenti nell’ambito del bando Volver 2017.
L’Istituto Tecnico Agrario è apparso il più idoneo a essere coinvolto nella tematica in oggetto. La multifunzionalità favorirà la scelta di come approcciare il progetto: gli studenti potranno orientarsi verso tematiche già proprie (la produzione agricola), propedeutiche (il recupero/riattivazione di terreni, ambienti e servizi ecosistemici), complementari (per integrare e rendere economicamente sostenibile il reddito: manutentive, sociali, turistiche, etc).
Potranno così insegnare alla cittadinanza, come dare vero senso a parole spesso abusate, quali la sostenibilità, praticandola, e la resilienza, costruendola.
Insieme a Legambiente impareranno a “leggere” il territorio e capirne la multifunzionalità nello specifico del loro contesto operativo. Nella pratica ciò si traduce nell’acquisire la capacità di individuare attività per il reddito integrativo di future piccole imprese agricole del Parco. Verificheranno come fare impresa rispettando le norme attuative della strumentazione urbanistica comunale, pur in presenza di vincolo paesaggistico esteso a tutto il Parco.
Stato attuale del sottoprogetto
La rigenerazione sta seguendo in buona parte i dettami della permacultura. Le infestanti sono state eliminate dalle aree a destinazione agricola e il rovo è stato limitato alle aree marginali. Grande attenzione è stata data al mantenimento/ripristino della biodiversità, sia con le attività di tipo agricolo che agevolando la presenza di impollinatori. E’ stata rigenerata gran parte degli antichi frutteti. Sono state fatte varie sperimentazioni, quali l’agricoltura biodinamica (orto sinergico), il rimpinguamento di falda e altro ancora, con risultati che verranno pubblicati sul “dossier delle buone pratiche” alla scadenza del sottoprogetto 8.
Il sottoprogetto di rigenerazione agricola si concluderà formalmente nel Maggio 2020 con la scadenza di Volver 2017 e la presentazione dell’analisi di fattibilità tecnico/economica, ma si intende proseguire la collaborazione con la scuola. La rigenerazione ortofrutticola deve infatti ancora terminare con il completamento dei test delle tecniche agricole (orti classici, biologici e biodinamici; cultivar autoctone per i frutteti) e delle aggregazioni sociali (conduzione single, familiare, associativa). Devono essere ancora attentamente curati i margini delle zone agricole, che nel Parco delle Mura sono tipicamente rappresentati dalla presenza dei ruscelli di derivazione dell’acquedotto medievale, dalle emergenze architettoniche di epoca analoga (mura, fonti e altre opere idrauliche) e dalla transizione verso piccole aree boschive di pendio che separano le coltivazioni dai quartieri di crinale.