Il progetto

IL PROGETTO DI PARCO

Negli scorsi anni le crisi, nazionale e locale, hanno di fatto affossato, o costretto a sostanziali modifiche, la maggior parte delle previsioni del non più vigente Regolamento Urbanistico senese. A ben vedere solo una ne uscì indenne, anzi rafforzata, sintomo di una sua probabile intrinseca sostenibilità. Si tratta della rigenerazione ambientale delle Valli verdi urbane, in massima parte abbandonate da quasi mezzo secolo, da attuare tramite la previsione di Parco agricolo del Buongoverno. La strumentazione urbanistica ne prevedeva la progettazione unitaria, poi rimasta tale in un ambito più ristretto, quello del sottoinsieme del Parco delle Mura che del Buongoverno, oltre a tutto l’intra-moenia, ricomprende ampie valli esterne alle Mura per opportuna connessione con le periferie e le zone artigianali e commerciali. Il progetto unitario del Parco delle Mura, denominato COR-MAGIS, intende quindi procedere per step attuativi, seguendo il recupero della cinta muraria, valle per valle. Il primo step riguarda il tratto P.ta Ovile-P.ta Pispini, con le valli di Follonica e Ravacciano, già definito come zona o valle “pilota”.

Un raggruppamento di soggetti della “cittadinanza attiva” si è da tempo riunito in un Partenariato (denominatosi “Rigenerar_SI”) con lo scopo di attivare una collaborazione con l’Amministrazione comunale. La progettualità espressa dal partenariato ha partecipato a vari convegni e ricevuto riconoscimenti, ed è stata infine accolta dall’Amministrazione. Ciò che la caratterizza è la logica di Parco multifunzionale, sebbene a prevalente matrice agricola, che è subito apparsa l’unica scelta che ne potesse garantire la sostenibilità in tutti i suoi aspetti, ambientale, sociale, economico. Il Partenariato ha recentemente iniziato la propria attività nella zona “pilota”, parallelamente e marginalmente alla progettazione esecutiva della sua primaria infrastrutturazione (una semplice ciclopedonale) già finanziata da un bando nazionale (il cosiddetto “Bando periferie”, i cui fondi sono stati recentemente bloccati fino al 2020) e portata avanti dall’Amministrazione comunale.

Gli spazi da rigenerare hanno una storia e un valore unico. Sono le Valli verdi senesi, interne ed esterne alle Mura, quindi all’interno del sito UNESCO o ad esso connesse. Le Valli verdi sono ricche di beni storico-architettonici e paesaggistici, ma mai valorizzate, anzi intercluse, spesso a causa della fatiscenza e pericolosità delle antiche Mura che le tagliano in due attraversandole, o a causa della chiusura degli antichi percorsi, che in parte si prevede di riaprire. Con l’attuale restauro della cinta muraria, si prospetta la riapertura delle Valli, e quindi l’occasione per dar loro nuove funzioni che amplieranno i modi di vivere la città.

Il sistema di ciclopedonali (che nei documenti progettuali viene spesso chiamato “greenway”) costituirà l’infrastruttura fisica e tecnologica che attraverserà il Parco, interconnettendo le Valli ed integrandone tutte le attività con grande impatto sociale e culturale. Oltre alla funzione agricola “nativa”, esiste l’opportunità di sviluppare intorno ad essa varie altre funzioni: sociali, sportive, culturali, educative, turistiche, etc.

Rigenerar_SI (nome che il partenariato ha dato a se stesso e al proprio progetto sulla valle) parte quindi dalla “zona pilota”, area in cui sia i lavori per la messa in sicurezza delle Mura che la “greenway” sono già progettati e finanziati.

Obiettivi del progetto e analisi del bisogno

Obiettivo generale del progetto è “reinventare” per il bene collettivo luoghi simbolici e identitari oggi in gran parte interclusi e abbandonati. La comunità vuole “riappropriarsi” di Mura, Fonti e Valli verdi.

La rigenerazione va incontro al bisogno di un piccolo, ma fortemente voluto, cambiamento nello stile di vita dei residenti e domiciliati, che ben è stato espresso nella campagna di ascolto “Siena siamo noi” (Università e Comune di Siena, con finanziamento della Regione Toscana), dove i cittadini hanno messo al primo posto fra i loro “desiderata” la realizzazione del Parco delle Mura, con il doppio delle preferenze rispetto al completamento del Santa Maria della Scala, secondo classificato. Nella riattivazione funzionale delle Valli vedono un modo per “complementare” il loro modo di alimentarsi (con veri prodotti a km 0, grazie ad un rilancio dell’ortofrutticolo, storica produzione agricola senese fino alla seconda guerra mondiale), evitare di respirare i gas di scarico che rimangono intrappolati nelle strette vie cittadine (grazie a “dolci” alternative per gli spostamenti quotidiani) e quindi frequentare ambienti idonei al benessere fisico per attività salutistico-sportive. Ritengono inoltre che la valorizzazione dei beni storico-architettonici racchiusi nelle valli non possa più essere rimandata.

Oltre al ripristino delle attività prettamente agricolo-biologiche e una conseguente alimentazione più equilibrata e salutare (acquisto diretto, smercio privilegiato per le mense cittadine, etc), chiedono quindi:

– maggiori prestazioni ambientali (ritorno ad un funzionamento ottimale dei servizi ecosistemici);

– la sistematizzazione delle connessioni fra centro e zone commerciali periferiche, riaprendo i dolci percorsi storici vallivi in forma di moderne ciclo-pedonali;

– ambienti e servizi open per attività sportivo-salutistica e fisico-riabilitativa;

– l’ampliamento, delocalizzazione e destagionalizzazione dell’offerta turistica (itinerari delle Mura e delle Fonti, turismo sportivo e esperienziale).

Oltre a tutto ciò, il partenariato intende promuovere nel medesimo contesto:

– la formazione/didattica ambientale;

– l’integrazione lavorativa del disagio sociale;

– la programmazione di eventi culturali;

– l’attività sperimentale in collaborazione con le Università sulle tematiche della sostenibilità.

A tal fine ha attivato una forte collaborazione con gli Istituti di Istruzione Superiore e con l’Università.

Obiettivo non secondario è quindi attuare le indicazioni di “Siena carbon free 2015”, che non intendeva essere un traguardo su cui sedersi. Forse l’ambiguità di questo nome di progetto, con un riferimento temporale  (il 2015) che poteva apparire come una conclusione più che una prima scadenza, e una non adeguata pubblicizzazione dei risultati ottenuti hanno fatto credere che tutto fosse terminato; o forse la crisi economica e gli sconvolgimenti istituzionali (in primis l’abolizione della Provincia, ente capofila del progetto) hanno fatto andare in secondo piano i veri obiettivi….. Per quanto il proseguo del percorso fosse ben indicato nel successivo Piano energetico provinciale, a cui tutte le Amministrazioni comunali senesi avrebbero dovuto porre adeguata attenzione. In esso si leggeva che il maggiore contributo alle emissioni dei gas clima-alteranti è dato dal settore mobilità/trasporti del Capoluogo, città con il rapporto mezzi motorizzati/abitante più alto a livello nazionale, in uno Stato che già è primo a livello mondiale !

Quindi, se da un lato possiamo vantare di essere uno dei primissimi territori carbon free al mondo, dobbiamo poi ammettere che il Capoluogo è fra i primi anche in quest’altra ben poco edificante classifica sui mezzi motorizzati pro capite. Una contraddizione pazzesca……

Il partenariato di Rigenerar_SI ha quindi preso in seria considerazione le indicazioni per la carbon neutrality, prospettando nella sua progettualità una forte riduzione delle emissioni:

– nel settore mobilità e trasporti con l’opportunità di lasciare a casa il mezzo motorizzato, connettendo in modalità dolce le scale mobili e alcuni parcheggi scambiatori tramite i percorsi radiali della greenway (le ciclopedonali di accesso alla città, con pendenze inferiori al 3% !) di progetto, che poi all’interno delle Mura diverranno anulari, in zone morfologicamente poco impegnative e fuori dal traffico, che fanno della bicicletta una alternativa credibile anche a moto e scooter;

– nel settore agricolo, con la rigenerazione dell’ortofrutticolo nelle valli verdi abbandonate, per un vero Km 0, con tecniche bio, a basso consumo idrico e che non prevedono l’uso di fertilizzanti chimici;

– nel settore turistico, creando i presupposti per un suo sviluppo tematico ed esperienziale, e quindi la delocalizzazione e destagionalizzazione, con incremento delle permanenze a scapito delle presenze “mordi e fuggi”;

– nello stesso settore energetico, prospettando molteplicità di fonti, indipendenza energetica del Parco e promuovendo la sperimentazione di una microgrid.

E’ stato poi affrontato anche l’aspetto di un maggior assorbimento delle emissioni, a partire dall’intento di triplicare l’estensione dell’unico bosco urbano senese, il bosco di Busseto.

Con questi e altri intenti il partenariato ha firmato un Patto di collaborazione con il Comune di Siena, per l’implementazione del Parco delle Mura nella “zona pilota P.ta Ovile-P.ta Pispini”, che, in attesa di un nuovo slancio istituzionale per la ripresa delle politiche locali di carbon neutrality, sta procedendo per sottoprogetti, grazie all’ausilio del volontariato universitario e di vari Istituti di Istruzione Superiore, già attivi nella “zona pilota”, ognuno su tematiche attinenti le proprie discipline.

Beneficiari del progetto

L’intera cittadinanza senese e gli ospiti usufruiranno dei vantaggi del Parco multifunzionale. Residenti e universitari potranno beneficiare quotidianamente delle funzioni e dei servizi previsti. I turisti vedranno aumentare l’offerta dei luoghi da visitare (itinerari delle Mura e delle Fonti) e la qualità dell’ambiente circostante. Gli stessi studenti volontari, interessati a un percorso lavorativo nel contesto del Parco agricolo, avranno l’opportunità di progettare il proprio futuro.

Un target importante è infatti rappresentato dal mondo giovanile che deve divenire l’indiscusso protagonista del progetto di Parco. Intento non secondario è far evolvere il volontariato ambientale cittadino ad un livello comparabile con quello socio-sanitario, già ben organizzato, poiché fino a tempi recentissimi il livello di partecipazione senese alla manutenzione dei beni comuni è stato un po’ basso, con la fascia di età 18-30 anni pressoché assente. L’associazionismo non intende “precettare” i giovani volontari, ma piuttosto vuole riuscire a farli “innamorare” di progetti che possono e devono cambiare il futuro delle prossime generazioni, che rischiano di vivere uno sconvolgimento climatico. Urge che divengano cittadini attivi, “praticanti” della sostenibilità, cosa che le generazioni precedenti non hanno voluto o saputo fare.
A tal fine, nell’ambito del progetto Rigenerar_SI e grazie anche all’aiuto di “soggetti agevolatori” quali consulte, fondazioni e altre istituzioni varie, i più giovani stanno acquisendo competenze di cittadinanza utili al contesto:
– digitali – produzione di documentazione visiva e multimediale anche per comunicazione in rete, e utilizzo di sistemi informativi geografici;
– di autoapprendimento e sintesi – stimolo alla pro-attività degli studenti, orientati verso l’utilizzo di informazioni da discipline diverse per assolvere un determinato compito e riuscire a dare un contributo personale;
– sociali e civiche – azione autonoma e responsabile, conoscenza e osservazione di regole e norme;
– iniziativa imprenditoriale – importantissima, perché il Parco agricolo è per alcuni di loro una futura opportunità di lavoro che è bene sappiano sfruttare: quindi problem-solving e decision-making (valutazione rischi e opportunità, scelta tra opzioni diverse, flessibilità, progettazione e pianificazione, conoscenza dell’ambiente in cui operano anche in relazione alle proprie risorse).
– consapevolezza e espressione culturale – capire valore e potenzialità dei beni storico-architettonici e paesaggistici per valorizzarne la presenza; raffrontarsi con culture diverse; capire gli aspetti geografici e ecologici dell’ambiente naturale e antropico e le connessioni con le strutture demografiche, economiche, sociali, culturali, anche tramite le trasformazioni intervenute nel tempo; comprendere l’importanza che riveste la pratica dell’attività motorio-sportiva per il benessere individuale e collettivo.

Le attività vengono svolte in parte “su campo”, come lavoro di gruppo, o “frontali”, formative/esplicative e propedeutiche agli interventi, all’interno degli Istituti, Università o nelle sedi delle Associazioni.