Beni comuni e cittadinanza attiva

Le crisi economiche, nazionale e locale, hanno indubbiamente impoverito la città, creando qualche incertezza per il futuro. Le risorse economiche a disposizione degli enti locali per l’assolvimento della loro funzione in Italia si sono progressivamente ridotte negli anni. Il peggioramento delle condizioni economiche del Paese ha indotto i cittadini, le aziende, le amministrazioni comunali e tutti i soggetti della società civile ad adottare modelli di sviluppo e gestione basati sulla sostenibilità e sulla cooperazione tra i diversi soggetti. Il modello dell’amministrazione condivisa, introdotto nell’ordinamento costituzionale per il tramite del Principio di Sussidiarietà (art. 118 della Costituzione, ultimo comma), rappresenta una concreta modalità di avvio di forme di alleanza tra amministrazioni e cittadini per iniziative di interesse generale. Il principio di sussidiarietà rappresenta lo strumento attraverso il quale costruire un nuovo modello di società, caratterizzato dalla presenza diffusa di cittadini attivi, cioè cittadini autonomi, solidali e responsabili, alleati dell’amministrazione nel prendersi cura dei beni comuni.

Grandi e piccole comunità aggregate, create condividendo attività di cura dei beni comuni, materiali e immateriali, presenti sul territorio, sulla base del principio di sussidiarietà in grado di affrontare la crisi valorizzando nell’interesse generale le risorse di intelligenza, creatività e capacità di lavoro dei cittadini nell’ottica di far parte di un più “ampio movimento di ricostruzione materiale e morale. Ricostruzione materiale, in quanto le attività di cura dei beni comuni svolte dai cittadini attivi contribuiscono in maniera significativa al miglioramento della qualità della vita di tutti i membri della comunità. Ma anche ricostruzione morale, perché in un Paese governato da oligarchie spesso incompetenti e corrotte, il fatto che semplici cittadini si prendano cura dei beni di tutti con la stessa attenzione che riservano ai propri dimostra come nella società civile ci siano ancora senso di responsabilità e di appartenenza, solidarietà e capacità di iniziativa. Se la crisi fa diminuire la ricchezza privata bisogna investire sulla produzione, cura e rigenerazione dei beni comuni, anche per produrre quel capitale sociale che costituisce un fattore essenziale di sviluppo, anche economico” [dal Rapporto LABSUS 2015 sull’Amministrazione Condivisa di Beni Comuni].

La tutela e la salvaguardia dei beni comuni urbani presenta inoltre significativi legami con le politiche di inclusione sociale, lo sviluppo locale e le condizioni che consentono ai cittadini di una comunità di stare bene sul proprio territorio.